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Superbonus, Enea: il costo per lo Stato ha raggiunto i 75,3 miliardi di euro

13/03/2023

Superbonus, Enea: il costo per lo Stato ha raggiunto i 75,3 miliardi di euro

Ma cosa accadrà nei prossimi mesi, dopo la riduzione dell’aliquota al 90% e lo stop alla cessione dei crediti?

A fine febbraio 2023 gli investimenti per i lavori di efficientamento energetico agevolati dal superbonus hanno generato detrazioni a carico dello Stato per 75,3 miliardi di euro. A fine gennaio tali oneri avevano raggiunto i 71,7 miliardi di euro, a fine dicembre 2002 erano 68,7 miliardi.
 
I dati arrivano dal report mensile di Enea sull’utilizzo del superbonus, aggiornato al mese scorso.
 
Secando i calcoli di Enea, gli investimenti finanziati dallo Stato con il superbonus sono così composti: 32,8 miliardi di euro per i condomìni, 25,2 miliardi per gli edifici unifamiliari e 10,5 miliardi per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, per un totale di circa 68,5 miliardi di euro il cui 110% corrisponde appunto a 75,3 miliardi di euro di detrazioni.
 

­Superbonus, Enea: costo per lo Stato 75,3 miliardi di euro

A febbraio Enea ha registrato un aumento di 3,3 miliardi di euro degli investimenti superbonus rispetto a gennaio, mese nel quale c’era stato un aumento di 3 miliardi di euro rispetto a dicembre. Gli ultimi tre mesi hanno visto un ridimensionamento dell’andamento generale che il superbonus ha avuto dalla sua istituzione fino ad oggi: a dicembre gli investimenti sono cresciuti di 4 miliardi di euro rispetto a novembre, a ottobre del 3,8 miliardi di euro mentre a settembre 2022 c’è stato un aumento di 8 miliardi degli investimenti. 

In totale, sono state presentate quasi 385.000 asseverazioni (erano 372.000 a fine gennaio): quasi 54.800 per condomìni (erano 51.200 un mese fa), 221.000 per gli edifici unifamiliari (erano 215.000 a fine gennaio) e quasi 109.000 per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti (erano 106.000 un mese fa).
 
Si conferma costante l’investimento medio superbonus per ciascuna tipologia di edificio: 598.000 euro per i condomini, 114.000 euro per gli edifici unifamiliari, 97.000 per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
 
Questi trend seguono l’onda lunga dei cantieri superbonus ormai iniziati e di quelli in via di completamento. I prossimi mesi dovrebbe quindi rendersi evidente l’effetto delle recenti restrizioni imposte al superbonus e ai bonus edilizi.

Superbonus al 90% e stop alla cessione del credito

Dal 1° gennaio 2023 l’aliquota del superbonus è scesa dal 110% al 90% per i condomìni, gli edifici da 2 a 4 unità con unico proprietario e le prime case il cui proprietario abbia un ‘reddito di riferimento’ non superiore a 15.000 euro, per calare ulteriormente al 70% fino al 31 dicembre 2024 e al 65% fino 31 dicembre 2025.
 
Ha però mantenuto il diritto a fruire del superbonus con l’aliquota del 110% chi ha espletato i necessari passaggi burocratici - approvazione delibera condominiale, presentazione Cilas, richiesta del titolo abilitativo - entro le date previste (18 novembre 2022, 25 novembre 2022, 31 dicembre 2022).
 
Altra importante modifica alla normativa del superbonus è arrivata poco meno di un mese fa con il DL 11/2023: dal 17 febbraio scorso per ogni nuova spesa per lavori agevolati - con superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus, sismabonus acquisti, bonus barriere architettoniche, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per le auto elettriche - non è più consentito né lo sconto in fattura né la cessione del credito ma la detrazione può essere recuperata, nella percentuale prevista dal bonus di riferimento, esclusivamente come dall'Irpef.
 
La stretta al superbonus, giudicata da molti eccessiva, è tuttora in discussione nell’ambito della conversione in legge del DL 11/2023: una ipotesi è quella di iscrivere i crediti sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate dal momento della presa in carico da parte della banca.

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