I privati intendono efficientare le proprie abitazioni e sono consapevoli che le aliquote delle detrazioni debbano essere ridotte rispetto al Superbonus e differenziate sulla base dell’età e della prestazione energetica dell’edificio da riqualificare, delle condizioni economiche dei beneficiari e dei risultati raggiunti con gli interventi.
I professionisti e le imprese chiedono norme certe, un panorama stabile per gli investimenti e la reintroduzione della cessione del credito.
Sono alcuni dei risultati emersi dall’indagine condotta da Nomisma e Gabetti Lab tra famiglie, amministratori di condominio, professionisti, imprese e general contractor.
L’indagine ha mostrato le opportunità offerte dal Superbonus, ma anche le criticità da superare in futuro. A tal proposito, i soggetti, riuniti in tavoli di lavoro, hanno inoltre formulato delle proposte che mostrano diversi punti di contatto.
8 milioni di famiglie disposte a riqualificare
Dai dati del report emerge una consolidata consapevolezza delle famiglie riguardo alla necessità di riqualificare il proprio patrimonio abitativo.
7 famiglie su 10 hanno dichiarato di conoscere la Direttiva Case Green e la metà percepisce una certa preoccupazione rispetto agli effetti che potrebbe avere sulla comunità, con particolare riguardo ai costi da sostenere per l’adeguamento energetico.
Una famiglia su due ritiene che la propria abitazione necessiterebbe di interventi di manutenzione straordinaria, che nella metà dei casi finora non sono stati condotti per i costi.
Infine, 7,9 milioni di famiglie hanno espresso l’intenzione di riqualificare, ma ritengono necessario un Superbonus “riconfigurato”, con aliquote commisurate secondo differenti criteri.
Bonus per la riqualificazione energetica, quali proposte per il futuro
- la necessità di un piano strategico degli investimenti con modularità temporale a non meno di 3-5 anni;
- la garanzia di una stabilità normativa almeno a medio termine;
- l’adozione di un meccanismo redistributivo dell’aliquota, basato su età del fabbricato, classe energetica e capacità reddituale;
- l’introduzione di strumenti di tipo ESCO sul privato ed EPC sul pubblico;
- la reintroduzione della cessione del credito;
- il rafforzamento della creazione di un mercato di operatori professionali.
Privati e operatori del settore sono quindi consapevoli dell'esigenza di rivedere i bonus edilizi. Tuttavia, senza una una leva fiscale, i provati non sarebbero in grado di sostenere le spese per la riqualificazione energetica e non sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi UE.